Irienn ar Re Pazzi : diforc'h etre ar stummoù

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<!--tramite l'uso di [[veleno]] che [[Jacopo de' Pazzi]] e il Riario avrebbero nascosto in una delle libagioni destinate ai due fratelli. L'occasione del banchetto era data dall'elezione a [[cardinale]] del diciottenne [[Raffaele Riario]], ignaro delle trame dei congiurati. I Pazzi si erano di recente imparentati con i Medici, tramite il matrimonio della sorella di Lorenzo e Giuliano, [[Bianca de' Medici]] con [[Guglielmo de' Pazzi]]. Quel giorno però un'indisposizione improvvisa di Giuliano rese vana l'impresa che fu rimandata al giorno successivo, durante la messa in [[Santa Maria del Fiore]].
-->
 
==Sul 26 a viz Ebrel 1478 ==
La domenica l'ignaro cardinale Riario Sansoni invitòa tuttibedas allaan messaholl ind'an Duomooferenn dalavaret luigantañ officiataen [[Duomo]], comeevel ringraziamentotrugarekadenn dellaeus festaar organizzatabanvez ilaozet giornoen primaenor indezhañ suoen onorederc'hent.

<!--Alla messa si recarono i Medici e i congiurati, con l'eccezione però del Montesecco, che si rifiutò di colpire a tradimento dentro un luogo consacrato. Vennero allora ingaggiati in fretta e furia due preti in sostituzione: [[Stefano da Bagnone]] e il vicario apostolico [[Antonio Maffei da Volterra]].
 
Essendo però Giuliano ancora indisposto, [[Bernardo Bandini]] (il sicario destinato a Giuliano) e [[Francesco de' Pazzi]] decisero di andare a prenderlo personalmente. Nel percorso dal [[Palazzo Medici]] a [[Santa Maria del Fiore]], i cronisti ricordano come i congiurati abbracciassero a tradimento Giuliano per vedere se indossasse una cotta di maglia sotto le vesti, ma egli a causa di un'infezione ad una gamba era uscito senza indossare il solito giaco sotto le vesti, che lo proteggeva, e senza il suo "gentile", nome scherzoso con il quale usava chiamare il suo coltello da caccia, che gli sbatteva contro la gamba ferita. Quando arrivarono in chiesa la messa era già iniziata.
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Giuliano venne sepolto in [[San Lorenzo (Firenze)|San Lorenzo]], in quella che sarà la [[Sagrestia Nuova]] di [[Michelangelo]]. A un sopralluogo nella sua tomba condotto nel [[2004]] fu ritrovato il suo teschio con i segni di un profondo taglio nella testa. In un deposito sono tuttora conservati i resti insanguinati degli abiti che indossava al momento dell'attentato.
 
==Conseguenze immediate==
 
[[Jacopo de' Pazzi]] aveva completamente sbagliato la valutazione della risposta della popolazione fiorentina. Quando si presentò in [[Piazza della Signoria]] con un gruppo di compagni a cavallo gridando "''Libertà!''" invece di essere acclamato venne assalito dalla folla in un incontenibile movimento popolare che dal Duomo a tutta la città si accaniva contro i congiurati.
 
Le truppe del papa e delle altre città che attendevano appostate attorno a Firenze, al suono delle campane sciolte si insospettirono e lo stesso Jacopo de' Pazzi uscì dalla città portando la notizia del fallimento, per cui non fu sferrato nessun attacco.
 
L'epilogo fu molto doloroso per i Pazzi e per i loro alleati tanto che entro poche ore dall'agguato [[Francesco de' Pazzi|Francesco]], ferito nell'agguato e rifugiatosi nella sua casa, e l'arcivescovo di Pisa [[Francesco Salviati (arcivescovo di Pisa)|Francesco Salviati]] penzolavano impiccati dalle finestre del [[Palazzo della Signoria]]. Al grido di "''Palle, palle!''", ispirato al blasone dei Medici, i [[Palleschi]] scatenarono infatti una vera e propria caccia all'uomo in città, che fu feroce e fulminea.
 
Pochi giorni dopo anche [[Jacopo de' Pazzi]] veniva impiccato, e anche il suo congiunto, non responsabile della congiura, [[Renato de' Pazzi]], e i loro corpi gettati in Arno. [[Bernardo Bandini]] riuscì a fuggire dalla città, arrivando a rifugiarsi a [[Costantinopoli]], ma venne scovato e consegnato a Firenze per essere giustiziato il [[29 dicembre]] [[1479]]. Il suo cadavere impiccato venne ritratto da [[Leonardo da Vinci]]. [[Giovan Battista da Montesecco]], sebbene non avesse partecipato all'esecuzione della congiura, venne arrestato e, dopo essere stato sottoposto alla [[tortura]], rivelò i particolari della macchinazione, compreso il coinvolgimento del papa, che egli additò come il principale responsabile. Fu decapitato. I due preti assassini vennero catturati pochi giorni dopo e linciati dalla folla: ormai tumefatti e senza orecchi, giunsero al patibolo in [[Piazza della Signoria]] e vennero impiccati.
 
Lorenzo non fece niente per mitigare la furia popolare, così fu vendicato senza che le sue mani si macchiassero di colpe. I Pazzi vennero tutti arrestati o esiliati e i loro beni confiscati. Fu proibito che il loro nome comparisse su alcun documento ufficiale e vennero cancellati tutti gli stemmi di famiglia dalla città, compresi quelli che erano presenti su alcuni fiorini coniati dal loro banco, che furono riconiati.
 
==Conseguenze nel lungo periodo==
In un primo momento il papa scomunicò la città di Firenze, ma successivamente si trovò isolato quando [[Ferrante d'Aragona]] appoggiò Lorenzo, che si era recato personalmente a [[Napoli]].
 
Lorenzo colse così l'occasione per serrare il potere nelle sue mani: subordinò infatti le assemblee comunali e la struttura della Repubblica a un consiglio di 70 membri, in larga parte persone di sua fiducia, che doveva rispondere solo a lui.
 
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Apareció poco después, encerrado en la sacristía por el humanista [[Poliziano]]. Un intento coordinado de capturar al [[confaloniero]] y la Señoría fue frustrado cuando el arzobispo y cabeza del clan Salviati quedó atrapado en una habitación cuyas puertas tenían un pestillo oculto. El ''golpe de estado'' había fracasado y los enfurecidos florentinos atraparon y mataron a los conspiradores.
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[[Jacobo de Pazzi]] a voe taolet dre ur prenestr ha peurlazhet gant an engroez, stlejet e gorf noazh dre gêr ha taolet er stêr [[Arno]]. An tiegezh Pazzi a voe tennet digantañ e vadoù en Firenze, ha distrujet kement merk eus e anv. An arc'heskob Salviati, a voe krouget, en desped d'e garg uhel, ouzh mogerioù ar [[Palazzo Vecchio]]. [[Bernardo Bandini Baroncelli]] a glaskas tec'hel da [[Konstantinopolis]], met ne deuas ket a-benn eus e daol, ma voe tapet ha krouget ivez ; un dresadenn eus e gorf e-skourr a voe graet gant al livour [[Leonardo da Vinci]].
[[Jacobo de Pazzi]] fue arrojado por una ventana, y rematado por la muchedumbre, y arrastrado desnudo a través de las calles y tirado al río [[Arno]]. La familia Pazzi fue privada de sus posesiones en Florencia, y destruido todo vestigio de su nombre. Salviati, aunque era un arzobispo, fue ahorcado en los muros del [[Palazzo Vecchio|Palacio de la Señoría]]. [[Bernardo Bandini Baroncelli]] intentó huir a [[Estambul|Constantinopla]], pero su intento de fuga fue frustrado, y fue ahorcado; el pintor [[Leonardo da Vinci]] hizo un dibujo de su cadáver colgado. Aunque Lorenzo pidió a la muchedumbre que no ejecutara justicia sumaria, muchos de los conspiradores, así como muchas personas acusadas de estar involucradas, fueron asesinados. Lorenzo consiguió salvar al sobrino de Sixto IV, el cardenal Raffaele Riario, que fue casi con seguridad un inocente ingenuo en manos de los conspiradores, así como a dos parientes de los conjurados.
 
[[Jacobo de Pazzi]] fue arrojado por una ventana, y rematado por la muchedumbre, y arrastrado desnudo a través de las calles y tirado al río [[Arno]]. La familia Pazzi fue privada de sus posesiones en Florencia, y destruido todo vestigio de su nombre. Salviati, aunque era un arzobispo, fue ahorcado en los muros del [[Palazzo Vecchio|Palacio de la Señoría]]. [[Bernardo Bandini Baroncelli]] intentó huir a [[Estambul|Constantinopla]], pero su intento de fuga fue frustrado, y fue ahorcado; el pintor [[Leonardo da Vinci]] hizo un dibujo de su cadáver colgado. <!--Aunque Lorenzo pidió a la muchedumbre que no ejecutara justicia sumaria, muchos de los conspiradores, así como muchas personas acusadas de estar involucradas, fueron asesinados. Lorenzo consiguió salvar al sobrino de Sixto IV, el cardenal Raffaele Riario, que fue casi con seguridad un inocente ingenuo en manos de los conspiradores, así como a dos parientes de los conjurados.
 
Los principales conspiradores fueron perseguidos por toda Italia, pero es un mito que se perpetraran cientos de asesinatos, pagados por Lorenzo.
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Au final, l'échec de la conjuration des Pazzi marque un tournant dans l'histoire de la dynastie : elle renforce énormément la popularité de Laurent qui deviendra le Magnifique, et fait indiscutablement des Médicis les ''primes inter pares'' à Florence, les parant d'un prestige alors inégalé.
 
==Conseguenze immediate==
 
[[Jacopo de' Pazzi]] aveva completamente sbagliato la valutazione della risposta della popolazione fiorentina. Quando si presentò in [[Piazza della Signoria]] con un gruppo di compagni a cavallo gridando "''Libertà!''" invece di essere acclamato venne assalito dalla folla in un incontenibile movimento popolare che dal Duomo a tutta la città si accaniva contro i congiurati.
 
Le truppe del papa e delle altre città che attendevano appostate attorno a Firenze, al suono delle campane sciolte si insospettirono e lo stesso Jacopo de' Pazzi uscì dalla città portando la notizia del fallimento, per cui non fu sferrato nessun attacco.
 
L'epilogo fu molto doloroso per i Pazzi e per i loro alleati tanto che entro poche ore dall'agguato [[Francesco de' Pazzi|Francesco]], ferito nell'agguato e rifugiatosi nella sua casa, e l'arcivescovo di Pisa [[Francesco Salviati (arcivescovo di Pisa)|Francesco Salviati]] penzolavano impiccati dalle finestre del [[Palazzo della Signoria]]. Al grido di "''Palle, palle!''", ispirato al blasone dei Medici, i [[Palleschi]] scatenarono infatti una vera e propria caccia all'uomo in città, che fu feroce e fulminea.
 
Pochi giorni dopo anche [[Jacopo de' Pazzi]] veniva impiccato, e anche il suo congiunto, non responsabile della congiura, [[Renato de' Pazzi]], e i loro corpi gettati in Arno. [[Bernardo Bandini]] riuscì a fuggire dalla città, arrivando a rifugiarsi a [[Costantinopoli]], ma venne scovato e consegnato a Firenze per essere giustiziato il [[29 dicembre]] [[1479]]. Il suo cadavere impiccato venne ritratto da [[Leonardo da Vinci]]. [[Giovan Battista da Montesecco]], sebbene non avesse partecipato all'esecuzione della congiura, venne arrestato e, dopo essere stato sottoposto alla [[tortura]], rivelò i particolari della macchinazione, compreso il coinvolgimento del papa, che egli additò come il principale responsabile. Fu decapitato. I due preti assassini vennero catturati pochi giorni dopo e linciati dalla folla: ormai tumefatti e senza orecchi, giunsero al patibolo in [[Piazza della Signoria]] e vennero impiccati.
 
Lorenzo non fece niente per mitigare la furia popolare, così fu vendicato senza che le sue mani si macchiassero di colpe. I Pazzi vennero tutti arrestati o esiliati e i loro beni confiscati. Fu proibito che il loro nome comparisse su alcun documento ufficiale e vennero cancellati tutti gli stemmi di famiglia dalla città, compresi quelli che erano presenti su alcuni fiorini coniati dal loro banco, che furono riconiati.
 
==Conseguenze nel lungo periodo==
In un primo momento il papa scomunicò la città di Firenze, ma successivamente si trovò isolato quando [[Ferrante d'Aragona]] appoggiò Lorenzo, che si era recato personalmente a [[Napoli]].
 
Lorenzo colse così l'occasione per serrare il potere nelle sue mani: subordinò infatti le assemblee comunali e la struttura della Repubblica a un consiglio di 70 membri, in larga parte persone di sua fiducia, che doveva rispondere solo a lui.
 
 
 
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