Ferdinando Iañ de' Medici : diforc'h etre ar stummoù

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Pa varvas e [[1609]], en devoa pevar bugel.
An henañ e oa [[Cosimo II de' Medici]], a renas adal e 19 vloaz. E verc'h [[Claudia de' Medici|Claudia]] (1604-1648) a zimezas da [[Federico Ubaldo]], [[dug Urbino]], ha goude intañveziñ ec'h addimezas da [[LeopoldoLeopold V d'AustriaAostria]].
[[File:Monumento equestre a ferdinando I 01.JPG|thumb|right|250px| Ferdinando Iañ de' Medici war varc'h er [[Piazza della Santissima Annunziata]]. ]]
 
E meur a zoare e reas Ferdinando Iañ ar c'hontrol-fed eus e vreur [[Francesco Iañ de' Medici|Francesco]] a-raokañ. Un den eeun ha brokus e oa, ha ren a reas hep garventez.
 
<!-- Semplice e generoso, esercitò il suo potere in modo mite.

Ristabilì il sistema giudiziario, riorganizzò le corporazioni, i dazi e soprattutto l'apparato burocratico e promosse una riforma fiscale.
Fu sempre sinceramente interessato al benessere dei propri sudditi. Durante il suo regno la [[Toscana]] riscoprì e rivisse quell'indipendenza che nel regno di Francesco I era stata abbandonata.
 
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Promosse la formazione di un'efficiente marina da guerra e sconfisse più volte le flotte dei pirati (Costa Berbera [[1607]]) e turche ([[Famagosta]] [[1608]], [[Bona]] [[1609]]). Gli affreschi delle sue imprese militari, eseguiti da [[Bernardino Poccetti]], si possono vedere ancora oggi nella Sala Bona di [[Palazzo Pitti]].
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===Paeroniañ Il mecenatismoan arzoù===
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In campo artistico Ferdinando I non mancò di tener fede alla grande tradizione di mecenatismo dei Medici: commissionò il [[Forte Belvedere]] al [[Buontalenti]]; fece eseguire la [[Statua equestre di Cosimo I|statua di suo padre Cosimo I]], che ancora oggi campeggia in [[Piazza della Signoria]], dal [[Giambologna]]. Completò il sistema delle [[ville medicee]], facendo costruire le ville di [[villa Medicea di Artimino|Artimino]] e dell'[[villa Medicea dell'Ambrogiana|Ambrogiana]]. Inoltre fece edificare il Forte di San Giorgio e le [[Cappelle Medicee]] nella [[chiesa di San Lorenzo (Firenze)|chiesa di San Lorenzo]]. Protesse ed incoraggiò l'attività della [[Camerata de' Bardi]] che avrebbe posto le basi per la grande stagione del [[melodramma]] e, in seguito, dell'[[opera lirica]] italiana. Nominò capo incisore della zecca fiorentina [[Gasparo Mola]].
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E vab henañ [[Cosimo II de' Medici]] a renas war e lerc'h.
 
== Arnod trevadenniñ ==
Gli succedette il figlio primogenito [[Cosimo II de' Medici]].
 
== Tentativo coloniale ==
{{Casato dei Medici}}
Ferdinando Iañ a glaskas kas da benn un arnod trevadenniñ
Ferdinando I <!--fece anche l'unico [[Colonizzazione italiana delle Americhe|tentativo italiano di creare una colonia nelle Americhe]].<ref>R. Ridolfi, ''Pensieri medicei di colonizzare il Brasile'', in «Il Veltro», Roma, luglio-agosto 1962, pp. 1-18.</ref> organizzando una spedizione nel [[Brasile]] settentrionale e nelle Guiane che partí nel [[1608]] dal [[Porto di Livorno|nuovo porto]] ingrandito di [[Livorno]]<ref>[http://www.asei.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=180:gli-italiani-in-brasile-id-parte&catid=65:articoli&Itemid=250 Gli italiani in Brasile (di Matteo Sanfilippo)]</ref>. La spedizione comandata dal capitano inglese Thornton, al ritorno a Livorno nel [[1609]] dal suo viaggio esplorativo in Amazzonia, trovò deceduto da pochi mesi Ferdinando I ed il suo progetto coloniale venne annullato dal successore [[Cosimo II de' Medici|Cosimo II]] (il galeone "Santa Lucia" usato dal capitano Thornton tornò a Livorno con molta informazione e materiale da studio -da aborigeni a pappagalli tropicali <ref>[http://www.unipi.it/athenet1-14/03/athenet_febbraio2001.pdf Mirabilia et naturalia]</ref>- dopo avere fatto scala a [[Trinidad (isola)|Trinidad]], ed era pronto ad imbarcare coloni originari di Livorno e [[Lucca]] per portarli in Sudamerica nell'area dove oggi esiste la [[Guyana francese]]).
 
{{Quote|''Nei primi anni del Seicento Ferdinando I di Toscana accarezza il sogno di un piccolo impero africano; poi valuta la possibilità di una colonia brasiliana. Il 30 agosto 1608 l’ingegnere fiorentino Baccio da Filicaia, sul quale torneremo, gli invia una lettera da Lisbona. In essa ricostruisce la conquista del Brasile e spiega le ragioni del declino della colonia lusitana. Neanche un mese più tardi Ferdinando fa armare una caravella e una tartana nel porto di Livorno e le affida al capitano Thornton. Il viaggio è in realtà preparato da tempo – la lettera di Baccio ha soltanto accelerato un programma già stabilito - e il granduca ha persino chiesto a Robert Dudley una pianta dell’[[Amazzonia]], da quest’ultimo esplorata nel 1595. Dudley consiglia a Thornton di cercare l’oro sulle rive del [[Rio delle Amazzoni]] e dell’[[Orinoco]]. Ferdinando ordina più prosaicamente di caricare balle di merci e di fondare, se possibile, un avamposto commerciale. Thornton naviga pertost quasida unur annobloaz: approda in Guyana e in Brasile, esplora il Rio delle Amazzoni e l’Orinoco, rientra facendo tappa alla [[Cajenna|Caienna]] hag e a [[Trinidad]]. Il 12 luglio 1609 è di nuovo a Livorno, ma non trova nessuno cui riferire la propria impresa. Il 7 febbraio di quell’anno il granduca è morto e a Firenze non si pensa più alla possibilità di fondare una colonia o un comptoir commerciale oltreoceano''. <ref>[http://www.asei.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=180:gli-italiani-in-brasile-id-parte&catid=65:articoli&Itemid=250 Gli italiani in Brasile (di Matteo Sanfilippo)]</ref>}}
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D'ar 7 a viz C'hwevrer 1609 e varvas an dug-meur hag e Firenze ne soñjas den ebet ken e sevel un drevadenn tramor ''. <ref>[http://www.asei.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=180:gli-italiani-in-brasile-id-parte&catid=65:articoli&Itemid=250 Gli italiani in Brasile (di Matteo Sanfilippo)]</ref>}}
 
 
== E vugale ==