Giovanni Sforza : diforc'h etre ar stummoù

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'''Giovanni Sforza''' (1466 – 1510) a oa ur priñs eus an [[Tiegezh Sforza]] hag aotrou [[Pesaro]] war-dro dibenn ar XV{{vet}}XVvet kantved}}.
 
Mab bastard e oa da Costanzo Iañ ha niz da [[Alessandro Sforza]]. Dimezet e oa da [[Maddalena Gonzaga]] ha pa intañvas ec'h addimezas e 1493 da [[Lucrezia Borgia]], met freuzet e voe an eured-se a-benn pevar bloaz.
Dimezet e oa da [[Maddalena Gonzaga]] ha pa intañvas ec'h addimezas e 1493 da [[Lucrezia Borgia]], met freuzet e voe an eured-se a-benn pevar bloaz
 
<!--ma quattro anni durò l'unione perché, mirando suo padre, papa Alessandro VI, a un matrimonio più cospicuo per la propria famiglia, annullò il vincolo.
 
Giovanni venne quindi espulso da Pesaro da Cesare Borgia e vi poté rientrare solo dopo la morte del duca. Vittima della vendetta di Giovanni Sforza fu l'umanista Pandolfo Collenuccio: partigiano di Cesare Borgia, e rifugiatosi a Ferrara da Ercole I d'Este, venne attirato a Pesaro con la promessa che sarebbe stato risparmiato, invece fu imprigionato, torturato e infine giustiziato senza processo (1504).
 
Intanto Giovanni Sforza aveva preso moglie per la terza volta con Ginevra Tiepolo, dalla quale ebbe un figlio, Giuseppe Maria (che prenderà il nome di Costanzo II) che fu signore di Pesaro in tenera età, per due anni, sotto la tutela dello zio Galeazzo.
 
Questi, alla morte del ragazzo (1512), ereditò la signoria, ma ne fu spodestato dal Papa Giulio II, e non avendo avuto figli, i diritti passarono alla linea ducale degli Sforza di Milano.
 
La sua figlia naturale, Isabella Sforza, moglie del fiorentino Cipriano del Nero, fu donna di lettere, autrice dei trattati Della vera tranquillità dell'animo e Dello stato femminile.
 
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