Giovanni di Bicci de' Medici : diforc'h etre ar stummoù

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[[Image:Giovanni di Bicci de' Medici.jpg|thumb|200px|Giovanni di Bicci de' Medici]]
*''Evit an dud all anvet eveltañ sellit ouzh [[Giovanni de' Medici]].''
'''Giovanni di Bicci de' Medici''' a oa un arc'hantour italian, eus Firenze, e dibenn ar XIVvet kantved hag e deroù ar XVvet. Ganet e oa e 1360 ha marvet e 1429. Dastum a reas arc'hant a-leizh en e labour ha legadiénlegadiñ e vadoù d'e vab [[Cosimo il Vecchio]].
 
==E vuhez==
Mab e oa da Averardo de' Medici ha Jacopa (pe Giovanna) [[Spini]], ha pevar breur en doa. Marc'hadour gloan e oa e dad, ha n'eo nemet e fin e vuhez e krogas da verniañ arc'hant. Pa varvas avat (e [[1363]]) e voe rannet peadra an tad etre ar pemp mab.
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Giovanni era uno dei 5 figli di Averardo de' Medici e di Jacopa (o Giovanna) [[Spini]]. Suo padre era un mercante di lana che solo nell'ultimo periodo della sua vita aveva raggiunto una ricchezza da potersi definire benestante.<!-- Alla sua morte ([[1363]]) il suo cospicuo patrimonio venne però diviso in cinque parti uguali, diventando così un'esigua eredità nelle mani dei figli. Lo zio di Giovanni però, [[Vieri de' Medici]] (cugino di secondo grado di Averardo), era invece ben più ricco, esercitava la professione di banchiere e fra i settanta e più banchi presenti nella [[Firenze]] medievale, il suo era uno dei più floridi. Proprio a servizio dello zio, Giovanni, imparò il mestiere di banchiere, diventando presto il responsabile della filiale a [[Roma]]. Nel [[1386]] rilevò questa filiale grazie al piccolo patrimonio portato in dote da sua moglie, [[Piccarda Bueri]], poi aumentato dall'entrata di nuovi soci. Nel [[1397]] la sede fu spostata a [[Firenze]], vicino ad [[Orsanmichele]], all'incrocio fra Via Porta Rossa e Via Calimala, con un capitale di 10.000 fiorini per un po' più della metà di Giovanni e per la parte restante dei suoi due soci.
 
 
Giovanni era uno dei 5 figli di Averardo de' Medici e di Jacopa (o Giovanna) [[Spini]]. Suo padre era un mercante di lana che solo nell'ultimo periodo della sua vita aveva raggiunto una ricchezza da potersi definire benestante. Alla sua morte ([[1363]]) il suo cospicuo patrimonio venne però diviso in cinque parti uguali, diventando così un'esigua eredità nelle mani dei figli. Lo zio di Giovanni però, [[Vieri de' Medici]] (cugino di secondo grado di Averardo), era invece ben più ricco, esercitava la professione di banchiere e fra i settanta e più banchi presenti nella [[Firenze]] medievale, il suo era uno dei più floridi. Proprio a servizio dello zio, Giovanni, imparò il mestiere di banchiere, diventando presto il responsabile della filiale a [[Roma]]. Nel [[1386]] rilevò questa filiale grazie al piccolo patrimonio portato in dote da sua moglie, [[Piccarda Bueri]], poi aumentato dall'entrata di nuovi soci. Nel [[1397]] la sede fu spostata a [[Firenze]], vicino ad [[Orsanmichele]], all'incrocio fra Via Porta Rossa e Via Calimala, con un capitale di 10.000 fiorini per un po' più della metà di Giovanni e per la parte restante dei suoi due soci.
 
Le banche a quell'epoca espletavano la loro attività attraverso i servizio di deposito, di emissione e conversione delle lettere di cambio (le antesignane dei ''[[travellers cheques]]''), di prestito e di investimenti a vario titolo. Il banco Medici ebbe buona sorte anche grazie all'impiego di soldi nel commercio delle stoffe, tanto che nel [[1408]] godeva già di due filiali, una a [[Venezia]] e una a [[Roma]], più una sotto-succursale a [[Napoli]] dipendente da Roma.